Mi chiamo Paulin Shukuru Mashigane sono nato a Butembo, provincia del Nord Kivu, più o meno 23 anni fa e sono stracolmo di gioia, di orgoglio, infatti mi trovo davanti alla bacheca dei risultati scolastici e vicino al mio nome leggo questo numero: 63%. Mentre lo sguardo si posa su esso ecco che la mia vita mi scorre davanti. Avevo solo 7 anni quando mio padre è morto, quando miPrimaa mamma con i suoi pochi mezzi ha dovuto sobbarcarsi il compito di sostenere tutta la famiglia. Con fatica mi ha fatto studiare fino alla quinta elementare. Ma ecco che tutto cambia, la povertà la fatica non mi sembrano nulla in confronto a quello che succederà dopo: LA GUERRA! Una dopo l’altra, un anno dopo l’altro, non lasciano tregua, non lasciano a nessuno il permesso di riprendere fiato. La gente scappa, ha paura, la vita si ferma. Nemmeno le elezioni del 2006 ci danno tregua, tutta la mia famiglia si disperde e io rimango solo. Inizio a camminare sulla strada principale ed ecco che vedo passare le macchine degli aiuti umanitari, chiedo aiuto, ma loro non possono aiutarmi perché io non sono un bambino soldato. Arrivo ad un campo militare, dove mi fermano, mi interrogano e mi chiedono se voglio entrare nell’armata. Con terrore rispondo: “No, è meglio morire che fare quello”. Ed ecco il calvario: mi picchiano fino a farmi quasi morire e mi rinchiudono in una specie di prigione per due mesi. Un giorno, mentre tutti erano distratti, riesco a scappare e cerco rifugio nel primo villaggio che incontro, trovo degli agenti della Caritas che mi aiutano e mi accolgono nel loro centro per tre mesi. Ma scoppia un'altra guerra e siamo nel 2008, il mio cammino riprende, arrivo in un grande villaggio dove gli agenti delle Nazioni Unite stanno preparando un aereo per Goma, questa è un’occasione per uscirne, per andare verso la salvezza. Prendo l’aereo.
Vivo al Centro Don Bosco a Goma da 8 anni: quando sono arrivato ne avevo 15 e ho ripreso gli studi dalla sesta elementare. Grazie alla mia forza di volontà, alla determinazione e alla disciplina ferrea sono arrivato alla promozione.
In questi anni non mi sono dimenticato della fortuna che ho avuto e ho aiutato e guidato i miei compagni, sono diventato rappresentante dell’internato e rappresentante degli studenti nel mio liceo ed ora davanti alla bacheca intravedo il futuro della mia vita e sorrido.